Giornata mondiale delle api
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a moria delle api continua. Cosa possiamo fare per contrastarla?

Il problema della moria delle api diventa ogni anno più urgente e sta compromettendo la produzione agricola mondiale.

Già dal 2000 solo in Italia, si segnalano gravi fenomeni di spopolamento degli alveari in diverse zone agricole.
La prima causa individuata sono principi attivi altamente tossici per le api: i neonicotinoidi. Le segnalazioni di moria delle api si sono aggravate negli anni seguenti, soprattutto in concomitanza alle semine di mais.

Nel corso degli anni le cause chimiche sono state individuate, ridotte o eliminate, ma nel frattempo sono giunte nuove e più inarrestabili minacce: i cambiamenti climatici.
Infatti il rialzo della temperatura del Pianeta le costringe a cercare aree più fresche. Altri guai arrivano per lo stravolgimento delle stagioni con primavere anticipate e freddo fuori periodo. Ciò significa avere polline e nettare sui fiori, a disposizione delle api, quando ancora non sono pronte a raccoglierlo e, invece, fioriture senza nettare quando dovrebbero alimentarsi, con effetti sulla capacità produttiva, riproduttiva e immunitaria.

Inoltre il riscaldamento globale facilita la proliferazione dei parassiti dell’alveare: Varroa, Vespa Vellutina (potenzialmente letale anche per l’uomo), Aethina tumida, micidiali per le api. Così negli ultimi cinque anni sono scomparsi 10 milioni di alveari nel mondo, oltre 200.000 solo in Italia.

La moria delle api ha conseguenze sulla sicurezza alimentare globale, poiché dal loro ruolo di impollinatori dipende il 70% della produzione agricola mondiale cioè circa 90 delle 115 principali coltivazioni mondiali. Non solo miele ma anche pere, mele, albicocche, ciliegie, meloni, zucchine, pomodori, cipolle, carote e foraggio per gli allevamenti. Comunque, rimanendo in ambito apistico nel 2019 la produzione nazionale di miele di acacia e agrumi ha fatto registrare una contrazione del 41%, con una perdita in termini economici di circa 73 milioni di euro. E questo nonostante gli oltre 50.000 apicoltori italiani che curano 1,1 milione di alveari sparsi nelle campagne nostrane hanno concentrato i loro sforzi per salvare le api, attraverso la nutrizione artificiale con sciroppo zuccherino e canditi proteici.

Alcuni numeri.

  • Più del 40% delle specie di invertebrati impollinatori, in particolare api e farfalle, sono a rischio estinzione.
  • Delle 100 colture da cui dipende il 90 per cento della produzione globale di cibo, 71 sono legate al lavoro di impollinazione delle api. Solo in Europa, ben 4 mila varietà agricole dipendono dalle api.
  • Negli ultimi 50 anni il volume della produzione agricola è aumentato del 30% grazie al contributo diretto degli impollinatori.
  • Nei Paesi occidentali, le api domestiche producono 1,6 milioni di tonnellate di miele.

Le azioni di contrasto per l’immediato devono provenire da organi nazionali e internazionali. Eliminare completamente i neonicotinoidi: imidacloprid, clothianidin, acetamiprid, thiacloprid e thiamethoxam. In questo caso è urgente un intervento legislativo che tarda ad applicarsi date le numerose operazioni di ostacolo alle proposte evidenziate nel testo della Commissione Europea.   testo della Commissione Europea.

Qui un link interessante in merito a un’iniziativa dei cittadini europei.

Il contrasto al surriscaldamento del pianeta è un altro argomento che deve essere affrontato senza indugio, non solo per il bene delle api ma anche per la sopravvivenza della vita così come la conosciamo oggi.